Fortuna o sfortuna, caso o abilità?
Nei momenti più impensabili arrivano le riflessioni più profonde.
Domenica pomeriggio dopo una bella giornata passata con gli amici ero di ritorno in automobile con Tommaso, il mio mentore spirituale e non solo.
Tommaso è a conoscenza di tutto lo scibile umano ed anche oltre, è da quasi sei anni il mio punto di riferimento fisso.
Ad un tratto mi dice." Sai io ho molti desideri, uno di essi è quello di essere sempre fortunato".
Io rimango un po' perplesso e chiedo:" Cosa è la fortuna per te?"
E lui mi risponde:" Immagina che io trovi un uccellino ferito per terra e lo porti a casa, quello è un uccellino fortunato perchè ha trovato uno come me a cui piacciono gli animali, lo curo e non lo faccio morire"
Rimango un po' perplesso sulla profondità di questa concezione di fortuna, per cui mi spingo oltre e chiedo :"Allora spiegami cos'è la sfortuna".
Tommaso pensa, riflette ed espone il suo pensiero." Immagina che io dopo aver portato l'uccellino a casa, lo lasci solo con il mio gatto e lui se lo mangi. Ecco quella è sfortuna!"
A questo punto rispondo e dico: " In questo caso il gatto è fortunato che tu gli abbia portato un uccellino a casa, per cui è un evento fortunato per il gatto e sfortunato per l'uccellino.
Quindi nel momento in cui un evento è considerato sia fortunato che sfortunato nello stesso tempo, possiamo dire che sia neutro.
Da qui si potrebbe dedurre che la fortuna e la sfortuna non esistono in termini assoluti oppure che la fortuna esiste solo se tu sei il gatto e non l'uccellino. E' il punto di vista del soggetto a cui capita l'evento che fa pendere la bilancia da una parte o dall'altra.
Per cui non può esistere una persona fortunata o sfortunata, le probabilità che l'evento per te sia sempre sfortunato è remota, o no?"
Alla fine di queste parole Tommaso mi guarda un po' perplesso e mi dice." Zio siamo arrivati, mi apri il seggiolino e mi fai scendere?"
…è stato fortunato che siamo arrivati ed è potuto tornare dalla madre.
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